Vettriano

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martedì 11 settembre 2012

Ritorni.

Che ironia la sorte, questa sorte, che stasera mi spinge a scrivere su questo blog dopo circa un anno di assenza, giorno più, giorno meno.
In verità mi ero completamente dimenticata di avercelo, questo blog. Pensavo fosse stato disabilitato o qualcosa del genere.
Volevo aprirne un altro, ho pensato 'torno a casa e apro uno stupido blog', perchè penso che oggi sia un giorno da ricordare, anche se non è successo niente, perchè è il giorno prima che succeda qualcosa.
Ed è stato più o meno così che mi sono messa al pc e sono incappata nel mio vecchio blog, arido di post e commenti, buttato lì tanto per durante un periodo di scazzo come un altro.
Ma l' aspetto pungente di tutta questa storia scialba risiede nel fatto che l' ultimo intervento, che tra pochi giorni festeggerà il suo anniversario, parla proprio di quello per cui avevo deciso di tornare a scrivere. Cioè parla della stessa, identica problematica. E' come se la mia vita fosse esattamente la stessa. In realtà lo è. Non è cambiato nulla. Potrei modificare l' anno di quel post e non sembrerebbe affatto strano o anacronistico a coloro che mi conoscono.
E tutto questo è colpa mia. Solo mia.
Sono io che non ho voluto cambiare le cose, che non sono stata in grado di farlo, che ho peccato di ingenuità e di poco coraggio.
Però, ecco, una differenza sostanziale rispetto allo scorso anno c'è.
Ed è il motivo principale per cui volevo scrivere stasera, qui sopra.
Stavolta, quest' anno intendo, io ho deciso. Io mi sono mossa. Ho fatto un passo. Piccolo? Forse. Importante? Di sicuro. Fondamentale? Non so ancora dirlo.
Ho deciso di dire basta. Ho deciso di essere me stessa, e di esserlo nel bene ma sopratutto nel male. Di uscire allo scoperto e di chiedere al mondo 'scusa, ma è normale tutto questo?'.
Il mondo mi ha detto che per una volta, la sacrosanta ragione ce l'ho io. Ma che ci faccio poco, con quella.
E allora, che farci? Chiedo una mano alla vita, che si tende. Domani qualcuno dirà al posto mio che non è giusto, che bisogna rivedere certe cose, che bisogna imparare ad ascoltare. Si, probabilmente non servirà a nulla. Non puoi obbligare gli altri ad amarti, e neanche a rispettarti, o per lo meno, non con le semplici parole. Eh si signori miei, perchè ad un certo punto sono solo i fatti a contare. E allora, forza, tutti pronti a fare i fatti!
Però, e dico però, anche se con le parole non ci si fa nulla, una breccia si aprirà. Dalla ferita potrà uscire veleno ed entrare aria buona, oppure infiltrarsi polvere. Si potrebbe andare incontro ad un' infezione grave. Pazienza, guarirà. In qualche modo guariremo tutti. Prima o poi. Non importa se più poi che prima.

Eleonora.

1 commento:

  1. "Originariamente le parole erano magie e, ancor oggi, la parola ha conservato molto del suo antico potere magico. Con le parole un uomo può rendere felice l'altro o spingerlo alla disperazione, con le parole l'insegnante trasmette il suo sapere agli allievi, con le parole l'oratore trascina con sé l'uditorio e ne determina i giudizi e le decisioni. Le parole suscitano affetti e sono il mezzo comune con il quale gli uomini si influenzano tra loro."

    (Sigmund Freud, "Introduzione alla psicoanalisi")

    Ti voglio bene!

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