Vettriano

Vettriano

martedì 16 aprile 2013

Un altro giorno è andato.

Rispetto e dedizione sembrano concetti negativi, minoritari, sintomi quasi di inferiorità supposta e di vile sottomissione. Una società che si fonda sulla violenza e sulla prevaricazione non avrebbe potuto generare frutti migliori. Quindi volgo lo sguardo dall' altra parte e lascio carta bianca sul tavolo: scrivetela voi la storia, io ho voglia di riposare.
Mi fa male forte la testa a pensarci, a combatterlo, questo vuoto di senso e di umanità. Questa dialettica del 'soccombi tu o soccombo io, nessun compromesso' sta invadendo fastidiosamente ogni campo della mia esistenza, e contro di essa non posso nulla, e nulla potrei, se non essa stessa, che appunto rifuggo. 
Le pagine della letteratura che leggiamo e di cui ci facciamo portavoce sono carta straccia ormai, utili soltanto a confondere le idee, a renderci avulsi da un contesto reale che ha rovesciato in un tempo sconosciuto tutto un sistema di valori e di forze positive un tempo animatrici piacevoli della nostra esistenza. Chi si occupa della loro trasmissione, soltanto i pazzi, gli anziani, quelli che non hanno vissuto davvero, che non conoscono nulla della vita, la vita, la vita, chi lo sa che cosa intendono per vita, quelli che la sottraggono dagli occhi e dalle mani dei poeti.
Ma alla fine, i poeti, sono sempre soli. Lì, tra le loro carte confuse, a pensare, pensare, mentre la vita gli scappa di mano, li supera, e va avanti, si svolge sotto le luci al neon dei locali, dove i ragazzi si accoppiano come conigli, per le strade, dove i vagabondi ebbri infastidiscono i passanti, e poi basta, da nessun altra parte, perché il mondo è soltanto questo, si sta ritirando, l' universo sta già tornando indietro, si è già ristretto, ha già cambiato idea.
Ed io non so rassegnarmi al tempo che va, e nemmeno a questo tempo che è ora; cerco la mia dimensione dovunque ma non in me, e certa di non poterla trovare neanche nell' amore più sincero me ne vado a casa, sconfitta, per l'ennesima volta. Un altro giorno è andato, con le sue scoperte, le sue piccole gioie, i suoi dolori sopportabili.