La panchina della mia infanzia rubata
mi restituisce brividi di ferro lungo la schiena, e mi viene da
pensare che l' immutabilità stia sul fondo di tutte le progressioni.
Perché dopo vent' anni confondo ancora
gli uteri e le mani, e se faccio male alle mie vorrei ferire quelle
sue, e se cerco rifugio è perché mi sento ancora feto e già madre,
e non so dove fuggire, perché di elemosina non ne chiedo più al
cielo, agli altri, che prendono dalle mie tasche solamente quello che
serve e poi vanno via sbattendo la porta. Non ho più nulla qui, in
questa casa che non mi è mai appartenuta, ogni oggetto della mia
stanza è una cosa di qualcun altro, non hanno più storia nemmeno
questi libri, catalogati sistematicamente per sentirli miei, per
averli dentro di me.
Risento le risate, le grida, i sospiri
dei primi baci in questa strada illuminata dall' ipocrisia del
Natale, e per quanto un macigno spinga nel mio stomaco chiedendomi di
uscire, io non gli concedo più udienza, e mi guardo intorno per
cercare il sale che mi manca, io voglio piangere, fatemi piangere, vi
prego, vi imploro.
Si avvicina pericolosamente un altro
diciotto dicembre, utilizzo tutte le mie forze per guardare soltanto
avanti a me, ce l'ho, ho il controllo dei muscoli del mio collo,
resto ferma a fissare la linea sbieca dell' orizzonte,
non girarti, non farlo, non troverai nessuno ai tuoi fianchi,
figurarsi dietro di te, non girarti, non è giusto, stringi i pugni e
continua a camminare, avanti, avanti, sempre avanti anche quando le
ginocchia si sbucciano tra i rovi della notte e lo stomaco si rifiuta
di accogliere cibo, sempre avanti, avanti, portati dietro come il più
grande tesoro che hai la tua capacità di amare, quella e solo quella
ti resta, quella e per quella vivi, lei è il tuo vessillo, il senso,
semina amore, semina amore, e raccogline pure tempesta, ma semina,
semina amore finché te ne resta in corpo.
...Ma il mio sogno si nutre col niente,
eppure quel che sogno non è nulla di diverso dal calore di una casa
modesta, dove posso ritrovarmi a sera con chi sente per me affetto e
vuole stare accanto.
Non so in che mondo sono finita, in
quale universo sono capitata, per caso, per puro incidente, ma sono
ventidue anni che tutto questo non mi piace affatto.
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