Vettriano

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domenica 13 luglio 2014

A Modì.

Ieri ho dimenticato di farti gli auguri di buon compleanno. Qual è il giorno in cui ci siamo dimenticati quali sono le potenzialità dell’ essere umani, scegliendo di essere solo e soltanto animali, ammassi di carne in preda ai nostri più beceri istinti volgari? Non lo so. Ma l' incongruenza dell' esistere continua a sopravvivere, e ad essere evidente a qualcuno, nonostante tutto il mondo continui a dire che è normale. Ed io mi nutro della sua rappresentazione, che trova uno dei suoi momenti più alti e poetici nel modo che avevi di ficcare il vuoto nelle orbite dei tuoi soggetti. Quando si è artisti davvero, come lo eri tu, non si è perfetti, né integri, né coerenti: l' artista non è nessuna di queste tre cose, tuttavia sente. Sente la voce delle sirene, percepisce la verità, nonostante possa soltanto sfiorarla. E il contatto col vero provoca delle escoriazioni inguaribili nell’ anima. Dalla pelle che si sfalda stillano gocce di sangue, sperma e lacrime, per parafrasare Pavese. E’ con questi tre elementi che hai sempre dipinto, che hai sempre lasciato al mondo un messaggio di perfetta disarmonia. L’ artista sente, e ama. Non è l’ amore falsamente equilibrato, formalmente integerrimo, ipocritamente sempre cortese che tutti credono sia la formula dell’ eternità: è l’ amore sparato in faccia, gridato, desiderato, rinnegato, incarnato, possessivo, folle, pittoresco, patetico, ma profondamente, inequivocabilmente, indubbiamente autentico, per la sua Jeanne. Con tutto ciò che ne seguì.



"Questa notte e altre notti
verranno anche se
non sentiremo ancora cantar
ascolteremo la pioggia
bagnarci i colori
e mischiare i miei pensieri nei tuoi."

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